Acque reflue dei salumifici: da dove derivano, come e perché si trattano

onostante l’exploit dei centri commerciali, si può dire che al giorno d’oggi avere un salumificio è un’attività piuttosto redditizia.

Gli italiani hanno sempre il buon gusto, specie in tavola e quindi è ancora alta la percentuale di quelli che gradiscono recarsi in una salumeria o “spaccio alimentare” per acquistare ottimi salumi e carni. E questi punti vendita, ovviamente, comprano all’ingrosso nei salumifici.

Ecco perché il lavoro dei salumifici non è fra quelli più a rischio, ma anzi ancora oggi garantisce un buon reddito. Per cui chi ha aperto o gestisce da anni, magari per tradizione famigliare, un salumificio non ha fatto una scelta sbagliata.

Di contro, se si sta pensando di farlo, ecco una guida molto esplicita su come procedere a livello burocratico. Per chi già ha un’attività del genere avviata, è bene sapere che nei costi di gestione vanno messi anche quelli dello smaltimento dei rifiuti. E in questo ambito non si tratta solo di rifiuti alimentari, ma anche di smaltimento delle tante sostanze solide e liquide, che escono dalle lavorazioni agroalimentari.

Acque reflue industriali smaltimento: quale normativa esiste

Per esempio, poco si sa di come si puliscono le acque reflue industriali, il cui smaltimento non è facoltativo, ma soggetto a norma di legge.

Questa normativa interessa la domanda di autorizzazione degli scarichi e si dipana in più questioni, che sarebbe conoscere e approfondire su https://www.dorabaltea.com/acque-reflue-industriali-scarichi-industriali-quali-sono-e-come-riciclarli/, perché vengono esplicitati i processi regolari e non regolari degli scarichi industriali, quali sono le sostanze che inquinano le acque e quali sono gli impianti di riciclo più idonei per ciascun tipo di acqua e territorio.

Inoltre, conta molto anche l’attività che produce questo tipo di acque, perché ognuna ha delle specifiche caratteristiche, che richiedono un determinato trattamento.

Per esempio, quelle di scarico dai salumifici, da dove derivano?

Da dove derivano le acque reflue e inquinanti dei salumifici

Queste ultime derivano prettamente dai sistemi di lavaggio delle carni, dei salumi e in generale dalla pulizia relativa a tutte le attrezzature che vengono utilizzate, come le insaccatrici, i disareatori, le  legatrici, le salatrici e tutti i sistemi di pressatura.

Ulteriori residue possono pervenire dalla macellazione, dal sangue residuo e dai derivanti della fase di conservazione. Soprattutto in fase di lavorazione delle carni si formano sostanze inquinanti che non è per nulla semplice smaltire, perché trattandosi di sostanze organiche biodegradabili necessitano di un trattamento depurativo apposito.

Questa funzione di pulizia è collegata, appunto, al riciclo e riutilizzo delle acque reflue, che se trasformate diventano acque pulite.

Acque reflue riutilizzo: perché bisogna riciclarle

Perché è importante rimettere in natura solo acque pulite? Perché le acque derivanti dalle lavorazioni, se scaricate non correttamente, penetrano in vari ambienti del sottosuolo o delle superfici dove viviamo e possono causare danni tanto ai microorganismi vegetali o animali quanto all’uomo.

Le acque riciclate possono, invece, essere usate per irrigare le colture, per la pulizia delle strade e per altri impianti, tipo quelli antincendio.

Tutti noi lo sappiamo che l’acqua è una risorsa preziosa e meno la si spreca e meglio è. Puntare a ridurne lo spreco fa parte di quelle buone pratiche che, come spiegato qui, rappresentano un toccasana per il nostro pianeta.